Autore: Dino Buzzati
Edizione: Racconti d’autore – Il Sole 24 ORE
Anno: 2012
Pagine: 79
Prezzo: € 2,00
“…ciascuno è iscritto come passeggero di una nave, senza sapere dove sia né il nome. E sono navi strane, capaci di salpare dal centro di un arido deserto o dalla precipitosa gola di una montagna. Ma reggimento o bastimento è lo stesso, il fatto è che un bel giorno ciascuno di noi deve partire”.
Colpiscono queste pagine che il grande scrittore e giornalista scrisse in forma di brevi racconti in vista della sua partenza, nel ’70-’71: una riflessione sulla vita e sulla morte, lo stupore intimo dell’uomo di fronte al mistero. Ma non solo. Nel capitolo Stefano Caberlot – scrittore, Buzzati osserva che l’annuncio della partenza, avendo più spesso come pretesto le condizioni di salute, a comunicarlo sono i medici che, a differenza di altri messaggeri, “non lo fanno direttamente in forma esplicita, ma cercano di camuffarlo coi più ingegnosi eufemismi, trasformandolo in una trascurabile o addirittura felice notizia“. Eppure ad Alex Roi – regista avrebbe fatto piacere essere informato per tempo, tanto da abbandonare quella “camera orrenda, privata della luce del giorno” e tornare a casa perché “…mi ci troverei bene nella mia casa, in mezzo ai miei vecchi ricordi. Vorrei proprio morire a casa mia“. Ma è in Rodrigo Zenon – commercialista che mi piace intravedere il merito delle cure palliative allorquando l’autore tratteggia, forse fin troppo amaramente, la figura del malato “in partenza” non più uomo ma “cosa debole, piccola e stanca, una formica, un insetto piccolissimo posto su di un minuscolo pezzetto di legno per di più in verticale” e tuttavia il suo arrancare per ogni miliardesimo di centimetro, per quella minuscola impercettibile frazione di spazio, è un’epopea meravigliosa che spinge a immaginare quanto intenso e mirabile sia il sorreggerlo fino alla fine.