Regista: Mike Nichols
Attori protagonisti: Emma Thompson, Christopher Lloyd, Eileen Atkins, Audra McDonald, Jonathan M. Woodward
Anno: 2001 (USA)
Genere: drammatico
Un film molto ricco di spunti per la didattica: dalla brutale e mistificante comunicazione della diagnosi alla formulazione di direttive anticipate, passando per la sofferenza esistenziale (l’algida professoressa innamorata della ricerca che diventa cavia di ricercatori interessati solo ai meccanismi di replicazione cellulare) e l’analisi dell’uso dell’escludente linguaggio “medichese” contrapposto al semplice ed empatico linguaggio infermieristico. Anche i riti antropologici ospedalieri (ripetitività dei gesti e dei saluti, anonimizzazione del malato, stucchevole teatralità del giro visita in pompa magna, eccetera) non sfuggono all’ironia di una donna colta che riesce ad attraversare la lunga malattia mortale ricorrendo alla profondità dei versi del poeta dello spirito (Wit) John Donne. Con la forza della mente la professoressa fa fronte alla sofferenza esistenziale comprendendo, forse fino in fondo, la poetica del verso “e morte più non sarà, morte tu morrai”. Uno dei rari film in cui viene mostrata in primo piano e senza veli l’agonia della protagonista (una bravissima Emma Thompson). Un film duro per lo spettatore e ancor più duro per noi sanitari, impietosamente ritratti nel nostro lato peggiore.