Regista: Hirokazu Kore-Eda
Attori protagonisti: Haruka Ayase, Masami Nagasawa, Ryôhei Suzuki
Anno: 2015
Genere: drammatico

La delicatezza delle immagini, dei dialoghi, della colonna sonora costituiscono le fondamenta di questo racconto di vite quotidiane che si intrecciano dentro una convivenza famigliare di tre giovani figlie abbandonate dai genitori in tenera età.

L’accoglimento di una sorellastra adolescente nella loro casa irrobustirà le vite di tutte quattro le protagoniste pur nelle difficoltà delle loro relazioni interne ed esterne, mostrando come la resilienza operi nelle pieghe di una quotidianità che scorre apparentemente con tono minore. La morte e la malattia sono una presenza costante seppur discreta nel film, oscillando fra il culto degli antenati, la scoperta del positivo dentro le figure genitoriali pur colpevoli dell’abbandono delle figlie e da segnalare come indubbio segno dei tempi maturi per il percepito sociale delle cure palliative, l’esperienza lavorativa di una delle tre figlie, infermiera che accetta il trasferimento in hospice. La caducità della natura che circonda i luoghi di vita di questa particolare famiglia fa da specchio alla delicata bellezza e alla intrinseca fragilità della vita e delle relazioni umane. Un film dove il maternage prevale anche per la negatività e lo scarso spessore delle figure maschili posizionate lontano dal centro della scena, anche se talvolta non risultano prive di significati (ad es. la capacità di accettare i propri limiti da parte dell’alpinista o la confessata difficoltà di accettazione della terminalità da parte del pediatra).

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Luciano Orsi (luciano.orsi@aopoma.it)

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