Regista: G. Wolfe
Attori protagonisti: Hilary Swank, Emmy Rossum, Josh Duhamel, Stephanie Beatriz, Jason Ritter
Anno: 2014
Genere: drammatico

Un film molto bello, certamente. Una narrazione che ricorda per il canovaccio il film Quasi Amici ma questo non ne fa una copia ingiallita: sia perché il film riguardo la SLA, dal suo esordio e fino alla fine, sia perché ci conferma che quello che conta nella cura è la qualità della relazione: il resto è competenza tecnica! E questo ci riguarda.

Un film in cui si ride, in cui si piange, si ride mentre ancora si hanno le lacrime agli occhi dalla commozione di un minuto prima … come la vita. Dove chi pare più incapace di stare al mondo riesce a trovare, tra le pieghe dell’esistenza e soprattutto del dolore e della disperazione, fonti e germogli di cambiamento, di vita autentica, di sincera vitalità e possibilità esistenziali.

Dove la SLA toglie e deforma la patina esteriore ed estetica cui siamo abituati, ridefinisce la connessione tra sé e sé, tra sé e gli altri, tra sé e la natura, dove l’estetica lascia posto all’etica, alla bellezza concreta dello stare al mondo. Dove si impone un percorso costante di ridefinizione identitaria: chi sono io in questo corpo che cambia, che si deforma, che tace sempre più? (ricordo che non a caso il titolo originale del film è “You are not you” romanzo scritto nel 2007 da Michelle Wildgen da cui è tratto, tradotto in Italiano per Vallardi col titolo Qualcosa di buono.

Un tipo di vita si sgretola e un tipo di vita nasce, forte e robusto, e nasce qualcosa di buono proprio quando agli occhi dei più “non c’è più a da fare” o c’è spazio solo per l’imbarazzo o la disperazione

Un film che narra come, là dove i più dicono “non c’è più a da fare, c’è solo da spettare la morte”, inizia la vita vera, che spreme il tempo, che trasforma con i dolori del parto di una rinascita sempre possibile, perché se si è disposti a sentire quei dolori, si può sentire anche la gioia dell’esistere, anche su una carrozzina e senza più la voce, che va chiesta in prestito ad altri.

Per chi si occupa di SLA un ottimo film da utilizzare anche in ambito formativo.

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Laura Campanello (campanellolaura@gmail.com)

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