LA VITA A LIETO FINE. La lunga ironia del mondo popolare sul nostro trapasso
Autore: Carlo Lapucci
Edizione:  Libreria Editrice Fiorentina
Anno: 2015
Pagine: 70
Prezzo: 7 euro
Codice ISBN: 9788865001042

È facile sentirsi pescato da questo libro, tranquillo e sincero come un vecchio amico, più saggio di te. Fin dall’inizio leggerlo è scoprire amici vecchi e nuovi, siano essi altri libri o film, filosofi o sconosciuti, riflessioni o sentimenti… commenti o preghiere. Il tutto intercalato da sani e piacevoli risate create dal minuzioso conoscimento delle tradizioni orali e scritte della cultura popolare Toscana. È il libro perfetto per inaugurare la nuova collana “Tutto è vita” finalizzata “a vedere la morte dal punto di vista della vita” come annunzia nell’incipit il suo curatore: Guido Bormolini.

“La vita a lieto fine” mantiene le aspettative del titolo. È organizzato per tappe successive.

L’introduzione guida il lettore nella relazione fra ironia, comicità e morte; come è presentata nei testi popolari con esempi in cui “Nonostante i sogni della scienza, vincere la morte senza intervento divino è impossibile,…l’intelligenza umana che pure beffa il diavolo, non basta a trovare la via dell’eternità…” L’autore ci propone poi tre tipologie che le persone hanno nell’affrontare il vivere da morituri; a voi scegliere in quale gruppo vi riconoscete.

Da qui inizia l’excursus sui messaggi della cultura popolare rispetto al tempo ultimo della morte e del lutto..”la Morte che ride, la Morte secca”.. Sempre sottolineando in una maniera spesso ironica se non addirittura comica, queste schermaglie fra l’Umano e la Morte tese ad allontanarla sia nel tempo che nello spazio, anando così la paura che ci ispira. Troverete le ultime parole, i proverbi consolatori per il lutto, per terminare con le rassicuranti tradizioni autunnali “di vitalità e di morte , di fine e di principio, di estinzione e rinnovamento”.

Per passare all’estrema unzione ed al bilancio finale, sempre aggiungendo esempi delle ironiche storielle popolari molto sagge: “Un prete fu chiamato a dare l’estrema unzione a un avaro il quale quando lo vide tirar fuori il vaso del crisma, credendo che quello fosse olio e vedendo che quello ungeva generosamente, chiese: Ma è olio quello che avete in mano? – Anche. – E quanto costa? – a – Allora ungetemi tutto !

La commemorazione e commozione pubblica ieri ed oggi ci aiuta a riflessioni fra il comico e l’ironico, velate di tristezza vera o presunta.

Jaques Tatì ci introduce al significato delle Epigrafi e delle lapidi… anche del recente passato “man mano che diminuisce la Fede in un’altra vita, aumenta l’ansia di cercare qualcosa di perenne, se non eterno, nel mondo fisico”. Attraverso la loro storia si evidenzia il continuo confronto fra Eterno ed Immanente che sembra sempre più prendere spazio. “Sulla tomba di un avaro: addizionò, moltiplicò e mai sottrasse, gli eredi felicemente divisero”. Nel cimitero di Norimberga regno dell’ironia…” Qui giace il mio sposo: visse 26 anni da uomo e 37 da marito”.

L’autore ci apre quindi alla “ironia più sottile, più astuta e forse anche più perfida” dei messaggi custoditi dalle Meridiane che ci aiutano a riflettere e sentire il nostro tempo, in maniera diversa dal solito. “Prendi il tempo per tempo, prima che sia passato. Perché il tempo non è più tempo, quando il tempo è passato”. “Vulnerant omnes, ultima necat”.

Infine, dopo una revisione su le antiche allegorie dell’aldilà degli animali che ci fanno riflettere incredibilmente sul significato di “ktesis” nella Creazione, l’autore conclude regalandoci Luce in qualsiasi forma e fonte …magari anche solo sognata…

Link: Clicca qui per consultare la pagina del volume sul il sito Internet della casa editrice

Maurizio Mannocci Galeotti (maurizio.mannocci@uslcentro.toscana.it)

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