Libro: Ultima Madre
Autore: Sonia Ambroset
Edizione: Europa Edizioni
Anno: 2016
Pagine: 105
Prezzo: 12,90 euro
Codice ISBN: 9788868548353
Quando inizio un libro spero sempre sia di quelli che ti coinvolgono e ti ci appassionano, che ti fanno aspettare il momento in cui finalmente li riprendi in mano per leggerli. Il libro di Sonia Ambroset è così, evocativo fin dal titolo: Ultima madre.
Narra di relazioni che gravitano intorno alla morte, all’ultima madre che ci accoglie quando usciamo di scena. Non una morte che falcia, ma una morte che accoglie, a cui, lei dice, ciascuno di noi, se si ascolta, sa arrivare nel modo migliore così come sappiamo arrivare nel mondo nascendo. La morte che dà pace, specie se qualcuno, in caso di bisogno , ci accompagna in questa pacificazione.
È un intreccio di racconti in cui si dispiega una biografia di chi accosta la morte per scelta e non per caso e compie uno sfumato bilancio su ciò che conta nella vita e che rievoca persone che sono arrivate nei modi più diversi alla morte; ma soprattutto è il racconto di un grande amore per gli essere umani. Essere umani fragili e forti nello stesso tempo, che nelle relazioni trovano i motivi per vivere e le capacità di reggere il dolore. E in queste storie, intrecciate con sapienza e scorrevolezza, si trovano tanti preziosi sassolini bianchi che indicano – senza pretesa di assunta verità – la via per una buona cura, per una giusta vicinanza a chi muore.
Racconti dove la compassione per la fragilità che è nell’umano, ritorna come chiave per non giudicare mai né la vita né la morte di nessuno.
Le cure palliative nella loro più alta filosofia si intrecciano alle storie, andando nel corso del libro a comporre direzioni di senso per chi cerca la cura e chi la propone.
Un libro in cui ogni persona può ritrovarsi come vivente e in cui ogni operatore di cure palliative ritrova storie simili a quelle che ha vissuto e vive quotidianamente, con dettagli utili e delicati. Un libro pacificante e commovente quanto può essere commovente un’esistenza, specie se raccontata con autenticità, sincerità e rispetto, come viene fatto qui, senza romanticismi e senza cinismi.
“Ogni morte è buona, in qualunque luogo, se chi ti circonda decide semplicemente di non far finta di niente. Un po’ di morbidezza, ecco quanto quel Pronto Soccorso aveva saputo creare. E la morbidezza non richiede condizioni particolari; arriva dove gli uomini le danno spazio” (p.60)
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Laura Campanello (campanello.laura@gmail.com)