Regista: David Frankel
Attori protagonisti: Will Smith, Edward Norton, Kate Winslet, Michael Peña, Keira Knightley, Helen Mirren, Jacob Latimore, Naomie Harris, Ann Dowd
Anno: 2016 (Italia 2017)
Genere: drammatico
Howard, dirigente di un’agenzia pubblicitaria di successo, a seguito della perdita drammatica della figlia di sei anni, è depresso e solitario, allontana gli amici e colleghi e passa le sue giornate lavorative a costruire complesse strutture con i mattoncini del domino che distrugge appena finite. Quando, però, i suoi colleghi scoprono che scrive delle lettere alle “tre astrazioni” – Amore, Tempo e Morte – decidono di tentare l’impossibile per aiutarlo e per salvare l’azienda che sta fallendo. Così ingaggiano tre attori che interpretino le tre astrazioni e che incontrino Howard.
Whit, miglior amico di Howard e suo socio, è un padre divorziato che vorrebbe recuperare il suo rapporto con la figlia, distrutto dalla separazione.
Claire, collega dei due personaggi, è una donna che ha dedicato tutta la sua vita alla carriera e ora comprende che ilo tempo biologico per il concepimento di un figlio sta per terminare.
Simon, il terzo collega, ha combattuto due tumori nella sua vita, ma sei mesi prima, poco prima della nascita del suo primo film, viene a sapere di essere stato colpito da un ennesimo cancro e che questa volta la guerra non può essere combattuta.
Infine, Madeline, una mamma la cui bambina è morta per una malattia, tiene un corso di auto-aiuto per genitori che hanno perso i figli.
Della trama non svelerò altro per non rovinare un finale sorprendente ed emozionante.
Il film, probabilmente tra i meglio riusciti tra quelli “commerciali” degli ultimi anni, tratta moltissimi temi molto delicati che ruotano intorno alle Tre Astrazioni e che contraddistinguono la nostra quotidianità. Molti sono i protagonisti e altrettante sono le storie che si intrecciano. Si parla di vita, di fine vita, di malattia, di amore e di morte. E un unico filo conduttore: la bellezza collaterale. Le scene si intersecano alla perfezione, lasciando lo spettatore commosso e senza parole, ma con mille spunti di riflessione. L’ottima interpretazione degli attori favorisce questo processo.
Alla fine un grande messaggio di speranza e di bellezza in cui vi è la chiara percezione che la morte non è un nemico, non è una Signora Nera, non fa paura. E’ un’anziana signora con i capelli bianchi, forse un po’ vanitosa, ma consapevole che la sua esistenza dà un senso sia al tempo che all’amore, quindi alla vita. “La cosa importante è cogliere la bellezza collaterale che è il legame profondo con tutte le cose”: in questa frase c’è tutto il senso più profondo del film. E, oserei dire, della vita.
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Maddalena Bellei (comunicazione@sicp.it)