Autore: Giada Lonati
Edizione: Rizzoli
Anno: 2017
Pagine: 256
Prezzo: 18 euro
Codice ISBN: 9788817093910
La forza narrativa del testo di Giada Lonati scaturisce dalla non comune capacità di narrare “con semplicità” ciò che accade quotidianamente e tipicamente nelle migliori cure palliative. Qui intendo fare riferimento ad una “semplicità” in cui consapevolmente si dà spazio ad un atteggiamento di cura improntato ad accogliere l’essenziale “umano” che emerge nelle relazioni interpersonali durante i percorsi di accompagnamento alla terminalità. È quindi una “semplicità” consapevole, frutto di un lungo lavoro di rimozione del superfluo e del superficiale per ricercare, nelle pieghe delle conversazioni e nelle sfumature dei gesti e degli sguardi, ciò che è davvero rilevante per le scelte intrinseche alle fasi terminali delle malattie inguaribili. È una semplicità sapientemente costruita con un atteggiamento di cura sintonizzato sia sull’ascolto attivo del malato, del familiare, del volontario o del collega d’èquipe sia sull’umiltà umana del curante che si spoglia del camice per svelare i panni quotidiani del compagno di strada in un percorso mai facile e mai evidente a priori. Questo è un libro che può tranquillamente essere letto sia da un pubblico professionale, perché è ricco di esperienze analizzate con uno sguardo scientifico che ne distilla moltissime indicazioni didattico-formative, sia dal pubblico generale, che rimarrà affascinato dalle storie reali di malati e familiari e scoprirà la ricchezza che si può dischiudere al tramonto dell’esistenza. Ed è questo l’insegnamento che quasi ogni giorno i malati ci comunicano, spesso affettuosamente, e che l’autrice ha sentito il dovere civile di trasmetterci, coniugandolo con una limpida e realistica lettura etica dei concetti di dignità e libertà; libertà e dignità che alla fine della vita sono più che mai interconnessi fra di loro.
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Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)