Autore: Eduardo Bruera
Edizione: ASMEPA
Anno: 2012
Pagine: 150
Prezzo: 20 euro
Codice ISBN: 978 8897620006

Questo libro, facente parte della Collana PalliaAttiva della Asmepa Ed., ha il pregio di trattare a fondo un tema generalmente poco sviluppato nei testi dedicati alle cure palliative: come sviluppare i sistemi di cure palliative e come farli penetrare nei sistemi sanitari e nell’istituzione accademica. L’esperienza nord-americana di E. Bruera, sia sul fronte clinico che su quello universitario, gli consente di offrire soluzioni confortate dai risultati pratici ottenuti in quella realtà. Certamente, viste le profonde differenze sociali, culturali e di impianto economico dei sistemi sanitari e accademici nel Nord-America rispetto all’Europa e all’Italia, non è possibile trasportare in blocco gli approcci da un lato all’altro dell’oceano Atlantico. Ne deriva che andranno quindi apportati i necessari adattamenti, ma l’impianto delle analisi e il senso delle ipotesi di soluzioni mantengono una buona validità se confrontate con la nostra esperienza clinico-organizzativa e le nostre opere di sensibilizzazione culturale della società. Un libro la cui lettura risulta dunque utile a tutti i palliativisti, sia a quelli che operano in prima linea, sia a quelli con ruoli direzionali, anche perché alcuni cenni storici sull’evoluzione storica delle cure palliative non vanno dimenticati (nascita del movimento hospice, figure come quelle di Balfour M. Mount e Cicely Saunders, ecc.). Utili sono anche le pagine dedicate alle fatiche del lavoro in équipe e alla compassion fatigue, correttamente ed efficacemente distinta dal burn-out. Risulta invece altamente opinabile l’idea di Bruera di cambiare il nome delle cure palliative in “cure di supporto” per ridurre l’alea ansiosa e mortifera connessa all’aggettivo “palliative”. Personalmente non concordo con tale proposta perché dubito fortemente che ricorrere al nominalismo sia opportuno ed efficace nel tranquillizzare colleghi, malati e familiari e, soprattutto, tradirebbe la missione culturalmente più elevata che le cure palliative si propongono: reintrodurre il pensiero del limite e della terminalità nel pensiero sociale, sciogliendone il corrente tabù.

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Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)

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