Autore: Francesco Campione
Edizione: ASMEPA
Anno: 2014
Pagine: 96
Prezzo: 16 euro
Codice ISBN: 978 889762 003 7

Il libro condensa tre brevi saggi sulle tre principali dimensioni delle cure palliative: la dimensione medico-sanitaria, quella psicologica e quella filosofico-antropologica. In un linguaggio semplice e perciò didatticamente efficace, l’autore esplora dapprima la dimensione medico-sanitaria delle cure palliative simultanee come mediazione fra la medicina guaritiva e quella palliativa illustrandone, con qualche semplificazione forse troppo teorizzante, le difficoltà del timing ideale e la necessità di trovare un equilibrio fra le aspirazioni e le paure del malato. La dimensione psicologica viene sapientemente esplorata approfondendo la gestione psicologica del coinvolgimento emotivo nelle situazioni critiche mettendo a confronto il coinvolgimento professionale, quello personale e quello intersoggettivo nella sofferenza dell’Altro, ossia del malato che abbiamo di fronte nei percorsi di cura palliativa. La tesi di fondo dell’autore è che il coinvolgimento intersoggettivo, pur non potendo fare a meno degli altri due, risulta di maggiore efficacia nel trovare la giusta distanza verso la sofferenza dell’altra persona perchè ci permette di aiutarla senza impossessarsi egoisticamente dell’altrui dolore (per difenderci dal dolore che il coinvolgmento induce in noi) e senza prenderne un eccessivo distacco, sempre a scopo difensivo. Il coinvolgimento intersoggettivo ci rende infatti consapevoli che il dolore dell’altro non ci appartiene e rimane sua proprietà, rendendo così possibile una “sopportazione”, una “compassione” e un “perdono” di tale dolore che ne permettono l’ascolto accogliente e l’esplorazione dei bisogni e delle paure, rendendo così molto più gestibili le situazioni critiche. Nel trattare la terza dimensione, l’autore si rifà alla visione filosofico-antropologica di Emmanuel Levinas che si propone di assegnare un senso al male (dolore) per renderlo accettabile. Tale orizzonte di senso può essere reperito all’interno della relazione umana, fra il sofferente e il curante che ne accoglie la sofferenza e si fa responsabile di alleviarla. In tale orizzonte di senso tipicamente intersoggettivo e relazionale avverebbe il superamento sia dello stoicismo (il dolore conferisce dignità al vivere) sia delle teodicee (sofferenza come incentivo alla crescita personale, come superamento dell’imperfezione o del peccato per aspirare al bene eterno).

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Orsi Luciano (orsiluciano@gmail.com)

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