Autore: Marzio Barbagli
Edizione: il Mulino
Anno: 2018
Pagine: 351
Prezzo: 20 euro
Codice ISBN: 978-8815274168
Questo prezioso libro contiene un’analisi molto rigorosa del morire in Italia passata e contemporanea che fonda due tesi felicemente sorprendenti perché vanno decisamente controcorrente. La prima tesi è la confutazione che oggi permanga nella nostra società il tabù della morte; la seconda tesi è la contestazione della fondatezza della visione nostalgica di una buona morte “addomesticata “che sarebbe sussistita nei secoli passati. La prima tesi del libro è, infatti, centrata sulla documentazione di come nella società italiana contemporanea si parli molto di morte, al di là di quanto diffusamente sostenuto. La seconda tesi è fondata sulla ricostruzione storico-sociologica dei luoghi e dei modi di morte che svela come la morte nei secoli pregressi non fosse affatto né una buona morte né una morte “accettata/addomesticata” per una grandissima parte della popolazione. Questa tesi mette in discussione alcuni dei pensatori considerati padri nobili del pensiero storico precursore delle cure palliative (Philippe Ariès, Elizabeth Kubler-Ross, Ivan Illich ed altri) anche se ne riconosce l’importanza nell’aver sollevato il tema del morire agli occhi del mondo sanitario e del pubblico più generale. Insomma, si tratta di un libro da leggere perché mette in discussione alcuni dei presupposti che hanno nutrito il sentire e pensare dei palliativisti e che può aprire a feconde riflessioni.
Clicca qui per consultare la pagina del volume sul il sito internet della casa editrice
Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)