Autore: Sandro Spinsanti
Edizione: Il Pensiero Scientifico
Anno: 2018
Pagine: 184
Prezzo: 12 euro
Codice ISBN: 978-88-490-0628-5

Questo libro è il terzo di una felice trilogia iniziata con “La medicina vestita di narrazione” e proseguita con “Morire in braccio alle Grazie”. Una trilogia che trasmette un forte messaggio: il dialogo con il malato, l’ascolto delle sue narrazioni e il percorso decisionale condiviso sono la via, forse l’unica che ci è rimasta, per una profonda trasformazione della pratica della Medicina  al fine di recuperarne l’originaria ispirazione umanistica.

È quindi un messaggio a doppia valenza quello che Sandro Spinsanti vuole inviarci: l’attuale medicina può uscire dalle sue difficoltà e superare gli aspetti critici derivanti da una pervasiva visione organicista e da una esasperata aziendalizzazione che generano insoddisfazioni in malati, familiari e professionisti sanitari,  eccessi diagnostico-terapeutici, burn-out e moral distress professionali, crescenti problemi nell’allocazione delle risorse, burocratizzazione delle prassi, deficit formativi per mancato adeguamento dei percorsi educazionali alla mutata realtà sociale e sanitaria, ecc.. Ma la Medicina può uscire dalle attuali difficoltà solo se avvia una profonda trasformazione che consiste nell’accoppiare la crescente competenza tecnica con una competenza relazionale da recuperare, ossia se la Medicina ritorna, paradossalmente, all’originaria impostazione di intreccio fra tecnica e dialogo che ha attraversato, con alterne fortune, la storia del rapporto fra terapeuta e malato.

A ben vedere, la perentoria indicazione che emerge dalla trilogia di Spinsanti e anche dall’animato dibattito sul rapporto fra Medicina e Società (ossia la necessità di correggere gli eccessi della Evidence Based Medicine – EBM-  con l’apporto della Narrative Based Medicine – NBM) più che una rivoluzione della EBM è un ritorno al suo nucleo concettuale originario che comprendeva sia la ricerca rigorosa di prove di efficacia, sia la loro applicazione alla vicenda malattia vissuta dal singolo malato.

Con la consueta ricchezza di citazioni letterarie ed artistiche che consentono un prezioso sguardo dall’alto e dall’esterno sulle complesse interazioni fra Medicina e Società e fra sanitari e malati con le loro reti affettive, il libro mostra come un consapevole esercizio della conversazione possa coniugare i bisogni globali del malato, dei familiari e dei sanitari all’interno di una solida cornice etico-deontologica e giuridica (vedi ad es. la Legge 219/17).

La chiave sottilmente ironica con cui vengono condotte le molte riflessioni contenute nel testo così come l’intarsio delle citazioni letterarie, rendono molto piacevole la lettura, potenziando le serietà del messaggio in esso contenuto; messaggio che riguarda non solo le cure palliative ma che vuole e deve rivolgersi a tutta la Medicina.

Questo è pertanto un testo che, come tutta la trilogia, dovrebbero leggere tutti i sanitari, soprattutto i futuri professionisti sanitari. Ma anche i cittadini potrebbero trarne grandi vantaggi nella ricerca di buoni punti di equilibrio fra attese e realtà, fra diritti e doveri, fra desideri e responsabilità.

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Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)

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