Autore: Davide Sisto
Edizione: Bollati Boringhieri
Anno: 2018
Pagine: 149
Prezzo: 16,50 euro
Codice ISBN: 9788833930305
Social network, chat e siti web nel loro insieme costituiscono oggi il più grande cimitero al mondo; un enorme cimitero che è, almeno in parte, “vivente”. Il web sta diventando un immenso archivio che contiene narrazioni e immagini di processi e percorsi del morire. Ma il web è anche una sconfinata virtuale piazza pubblica in cui si celebrano riti funerari e commemorazioni. Le lapidi marmoree dei cimiteri possono diventare, con l’inserimento di un codice QR, anche lapidi virtuali che consentono l’accesso a dati del defunto (immagini, videoclip, scritti, documenti).
Tutto questo non può non suscitare domande. Il nostro destino sarà di diventare “spettri digitali” a perenne disposizione dei posteri, aprendo ad una fascinosa, e al contempo inquietante, “immortalità digitale”? Se la morte è una parte della vita e la vita è divenuta digitale, anche il morire e la morte diventeranno proporzionalmente digitali? Dove andranno a collocarsi gli incerti confini fra reale e virtuale, fra pubblico e privato, fra personale e comunitario, fra online e offline? Termini come Digital death, Digital death manager o advisor, Death cleaning, Thanatotechnology, Chatbot, Continuing bonds, ecc. usciranno presto dai ristretti ambiti super-specialistici per entrare nel linguaggio e nelle consuetudini tradizionali? Avatar, ologrammi e chatbot sono destinati ad un precoce tramonto o ad un virale sviluppo? Come sarà influenzato da queste incalzanti innovazioni tecnologiche e sociologiche Il movimento culturale della Death Education, da sempre visto con favore dalle cure palliative per i suoi obiettivi di far rientrare la morte nell’ambito della naturalità della vita e della quotidianità del pensiero e della conversazione?
Sulla scorta di queste e molte altre domande, Davide Sisto avvia una profonda e inusuale, almeno per i più, analisi filosofica riflettendo su opportunità e rischi connessi alla non troppo strisciante rivoluzione tecno-sociologica della morte che prefigura un’”immortalità digitale” destinata a suscitare sia un’umana attrazione che una altrettanto umana repulsione. Per resistere a illusorie e detrimentali fascinazioni è bene cominciare ad acquisire basilari conoscenze del fenomeno in atto e maturare meditate consapevolezze in merito. Il libro di Davide Sisto lo consente, anche grazie ad una scrittura fondata su dati scientifici e considerazioni filosofiche solidi che li rende accessibili a tutti i lettori.
Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)
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