Autore: Laura De Luca
Editore: La Vela
Anno: 2020
Pagine: 116
Prezzo: 11 euro
Codice ISBN: 978-88-99661-67-0

Di solito si parla della morte, in molti modi e in diversi ambiti, ma quasi mai ci mettiamo a parlare con la morte. Forse per non guardarla negli occhi, forse perchè abbiamo il timore che se osiamo sfidarla, lei ci rapirà.
Qui l’autrice, invece, osa farlo e decide addirittura di dare del tu alla morte, per prendere con essa  confidenza, per realizzare il desiderio possibile o impossibile di “fare l’abitudine” a lei; nasce così un interessante e originale monologo, ampio e sfaccettato, che attraverso i ricordi autobiografici raccontati e le tracce storiche e antropologiche percorse, dà forma e voce alla morte in tanti modi: angoscia, ipocondria, oblio, nulla, terrore, ricordo, compimento e pienezza, consolazione, divertente paradosso.

Questa autrice sperimenta un dialogo diretto con la Nera Signora facendoci così vedere, man mano che la lettura procede, una morte che cambia volto e voce nel corso degli anni e che si trasforma, muovendosi tra ciò che evoca in una bambina e ciò che svela ad un adulto e a ciascuno di noi. E compiendo questa esplorazione il libro ci chiede di ripercorrere il nostro rapporto con questa presenza, che si fa di volta in volta compagna o nemica dei nostri giorni, da sempre.

Il pensiero filosofico si affaccia spesso nel testo come cornice delle considerazioni dell’autrice e come suggerimento per il nostro dialogo con la morte, per orientarci in questa finitudine con cui ci si confronta per l’intera esistenza, offrendo chiavi di lettura che ci possono trovare d’accordo o meno, ma che comunque ci invitano a riconoscere le teorie che si sono susseguite nei secoli ed a trovare posizioni in merito alla questione della mortalità umana. Questo dialogo ci permette di esplicitare credenze, illusioni, posizioni che abbiamo ereditato o che abbiamo scelto per relazionarci con la morte nel corso di tutta la vita, esattamente come facciamo o sarebbe opportuno fare quando incontriamo i pazienti o i colleghi su questo terreno: invita a dare parola, a esplorare e a stare nella contraddizioni, nella fatica e nella ricchezza che emerge quando si guarda in faccia la morte.
O quando si guarda in faccia la vita?

Chi è questa lei a cui l’autrice decide di rivolgersi, in modo quasi irriverente e sfrontato?

Laura Campanello (campanellolaura@gmail.com )

 

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