Autore: Guidalberto Bormolini
Edizione: Edizioni Messaggero di Padova
Anno: 2020
Pagine: 100
Prezzo: 8,5 euro
Codice ISBN: 978-88-250-5114-8

Il libro apre così: La morte distrugge un uomo, l’idea della morte lo salva (Edward Morgan Forster, Passaggio in India). Questa frase si fa porta di accesso ad un testo che non è solo per chi opera nelle cure palliative ma per ogni essere umano che vuole percorrere una via alla consapevolezza nel vivere. Infatti, attraverso molte argomentazioni filosofiche ed antropologiche, questo scorrevole scritto ci porta a sondare le domande di senso sulla vita e sulla morte che da millenni l’uomo si pone tratteggiando “Una moderna ars moriendi” che “dovrebbe invitare a vivere la vita fino in fondo, immergendosi in tutte le sue difficoltà per essere addestrati alla suprema delle sfide: la morte”. E ci aiuta a vedere i rischi e le trappole pericolose che ci troviamo a sperimentare come viventi e come operatori di cure palliative quando prestiamo il fianco o ci troviamo nostro malgrado nella cultura del tabù della morte.

È un libro che ha un chiaro intento pedagogico, quello cioè di ritrovare la possibilità di educare alla vita attraverso l’educazione al morire: la contemplazione della morte, come detto nella frase che apre il testo, è incredibilmente capace di trasformare la vita, di realizzare veri e propri miracoli,. Le antiche sapienze che il testo ci accompagna a recuperare e conoscere meglio, fanno da sfondo e contenitore ad una esplorazione possibile non solo in termini culturali (che in questo testo toccano anche la questione della ricerca di immortalità, perseguita oggi con le nuove tecnologie disponibili) ma anche come bacino vivo e attuale di possibile conversione per ogni essere umano.

È un libro, questo, che ha il chiaro intento di “stimolare nei lettori il desiderio di una ricerca coraggiosa, che trasformi definitivamente in voi stessi la morte in apertura alla vita. La consapevolezza della morte apre al senso del mistero, dà valore a ogni aspetto della vita, e apre a nuove forme di umanità”.

“Il vero problema, infatti, non è tanto se c’è una vita dopo la morte, ma se sei vivo prima di morire!” si legge ancora nel testo.

“Il passo per trasformare definitivamente la nostra vita, conducendola ad altre mete, è quello di praticare una seria esperienza contemplativa o meditativa”. Non è quindi un libro che apre solo alla riflessione teorica sul tema del vivere e del morire ma che invita, come nelle migliori tradizioni spirituali, ad una vera e propria conversione alla consapevolezza, invitando a recuperare la preghiera, la meditazione, gli esercizi spirituali che sin dai tempi più antichi sono stati i veicoli per raggiungere tale scopo. L’autore è infatti certo che “occorrono serie esperienze condotte dal vivo, come ci  confermano gli studi più recenti sulla psicologia e la conoscenza umana: se vogliamo intuire qualcosa di profondo che ci liberi dalla paura della morte, occorre andare oltre il semplice linguaggio razionale, logico-lineare”.

Il testo chiude infatti così: “Abbiamo cercato di offrire una riflessione e un percorso che potessero parlare ai cuori degli esseri umani, provenienti da qualunque sentiero, attingendo a ogni sapienza”.

E credo che ci riesca davvero.

Laura Campanello (campanellolaura@gmail.com)

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