Autore: Sandro Spinsanti, Dagmar Rinnenburger
Edizione: Il Pensiero Scientifico Editore
Anno: 2021
Pagine: 320
Prezzo: 24 euro
Codice ISBN: 9788849007046
“Sulla terra. È il primo punto fermo del nostro lungo percorso sotto il segno della spiritualità. L’obiezione è ovvia: ma la spiritualità non dovrebbe indirizzare lo sguardo all’orizzonte celeste, al di là della terra ?”.
Così inizia questo libro di Sandro Spinsanti, portandoci immediatamente al cuore della riflessione sulla spiritualità nella cura, chiarendo, argomento per argomento, che la spiritualità non può essere disincarnata, non può essere disgiunta dal considerarci connessi con gli altri esseri senzienti, gli animali, dalla terra che ci nutre e sostiene, dall’arte come cammino umano di esplorazione delle profondità, dalla psicologia e dall’etica.
“La spiritualità ci appare così non come un capitolo separato dalla vita, privilegiato ed aristocratico, quanto piuttosto sinonimo della vita stessa”.
Con il garbo e le straordinarie conoscenze delle medical humanities, insieme a Dagmar Ranneburger l’autore ci conduce verso le connessioni profonde tra la spiritualità e la cura, fino ad affermare “Spiritualità può essere, a buon diritto, un altro nome per la cura, quando questa non si lascia ridurre a una semplice riparazione.”
Traspare da tutto il libro la visione di una spiritualità universale, dove la religione ha un ruolo ma non la possiede in esclusiva, vengono descritti i rischi che possono derivare da curanti che vogliono “salvare” e non solo curare. In particolare, si affronta l’etica, quella delle “parole oneste”, quella del diritto di conoscere e scegliere da parte dei pazienti come parte integrante della spiritualità: come potrebbe essere altrimenti, se spiritualità di ciascuno è fondata sui valori e sul senso che ciascuno vive a fondamento della propria vita ? Il cammino spirituale, dei curanti e delle persone malate, è il cammino della cura di sé e della realizzazione del nostro essere più profondo. Questo cammino forse potrà aiutarci a “morire bene”, ma nessuna “buona morte” può venire dall’esterno, da interventi anche retti dalle migliori intenzioni. Il cammino verso l’integrità, verso la “Grande Salute” come la chiama l’autore citando Nietzsche, include ogni fase della vita, anche la malattia, l’invecchiare e la morte stessa.
Come può accadere oggi ? come è accaduto durante la pandemia che ancora viviamo ? In quali luoghi di cura ? Quanto le cure di oggi sono “umane” o “dis-umanizzate”? come viviamo la cura della cronicità? Tutto questo viene esplorato in vari capitoli, che non è possibile elencare in questo spazio. Citando un autore, Rosenberg, infine si afferma “la spiritualità vissuta nella vita di tutti i giorni è intrinseca alla persona umana; è relazionale ed è basata sulla connessione di tutte le cose”.
Questo libro ci interroga come curanti e ci permette di allargare lo sguardo, di comprendere come la trascendenza inizia quando andiamo oltre il nostro piccolo sé, annaffiando il nostro giardino interiore, ma anche il giardino comune dove abitiamo tutti, curanti e bisognosi di cura.
Claudio Ritossa (c.ritossa@gmail.com)
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