Autore: Joan Didion
Edizione: Il Saggiatore
Anno: 2006
Pagine: 240
Prezzo: 19 euro
Codice ISBN: 9788842830474

A pochi giorni dalla sua morte, torna alla ribalta The year of magical thinking, pubblicato nel 2006, la più famosa e apprezzata opera di Joan Didion, edito in Italia da Il saggiatore con il titolo L’anno del pensiero magico e traduzione di Vincenzo Mantovani.

L’autrice, vissuta per quasi tutto il 900 e oltre, è stata giornalista, saggista, sceneggiatrice, icona della cultura nordamericana del dopoguerra, tra le principali esponenti del New Journalism, uno stile anticonvenzionale di giornalismo degli anni ‘60 e ‘70 che unisce tecniche narrative e strumenti propri dell’indagine giornalistica. Joan Didion ha raccontato la politica, la guerra, la fame, il costume, la decadenza, le donne e il dolore, superando l’idea del giornalismo tradizionale, rinunciando alla sola analisi e affidandosi al potere e al fascino della narrazione soggettiva.

L’anno del pensiero magico è un libro scritto a pochi mesi dalla scomparsa improvvisa del marito, anche lui scrittore, John Gregory Dunne, mentre la figlia di entrambi, Quintana, è ricoverata in terapia intensiva; anche lei morirà due anni dopo e per lei Didion scriverà diversi anni più tardi, nel 2011, Blue Nights, come il colore di certe sere a New York prima del solstizio di estate.

La vita cambia in fretta.
La vita cambia in un istante.
Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita.
Il problema dell’autocommiserazione.

Così inizia il libro, che racconta la perdita, il dolore e lo sconcerto e si sviluppa nel vuoto che la morte di John porta con sé e nell’incapacità di Joan di elaborare il lutto. Il libro scava nella vita di Didion e nella sua personale sofferenza e a leggerlo quella sofferenza diventa anche del lettore. Non per empatia, forse solo in parte, ma perché la narrazione di Didion ha la capacità di mettere a disposizione il dolore suo privato, portando chi legge a farlo proprio. Mentre cerca sé stessa unicamente dentro alle parole e al confronto con la propria sofferenza, il lettore comprende intimamente, o ne ha conferma, che la morte amputa, che non c’è rimedio, che il tempo non ha il potere di rimediare a nulla. Resta solo l’unica possibilità di resistenza per chi sopravvive, la vita.

L’anno del pensiero magico è un libro che ogni persona che si occupa di fine vita dovrebbe leggere e rileggere e per chi volesse conoscere meglio la splendida e struggente Joan Didion, Netlfix ha prodotto nel 2017 un bellissimo documentario dal titolo Il centro non reggerà in cui Joan viene intervistata da suo nipote, Griffin Dunne che ne è anche il regista.

Mi rendo conto, mentre scrivo queste cose, che non voglio finire questo racconto.
E non volevo che finisse l’anno.
La follia comincia a recedere, ma nessuna chiarezza ne ha preso il posto.
Cerco la decisione e non la trovo.

Non voglio finire l’anno perché so che col passare dei giorni, mentre gennaio diventa febbraio e febbraio diventa l’estate, accadranno certe cose. La mia immagine di John nel momento della  morte diventerà meno immediata, meno cruda. Diventerà una cosa accaduta in un altro anno. La mia stessa percezione di John, di John vivo, diventerà più remota, bavata addirittura, addolcita, cambiata in ciò che è più utile alla mia vita senza di lui.

Marta De Angelis (emmedea@gmail.com)

 

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