Autore: Miguel Benasayag
Edizione: Vita e pensiero
Anno:
2019
Pagine: 104
Prezzo: 13
Codice ISBN: 9788834337974

L’autore percorre il sottile crinale filosofico-psicologico dell’ibridazione tra l’essere umano, la cultura e la tecnica (rappresentata dalle biotecnologie, nanotecnologie, informatica e scienze cognitive), per esplorare come sia possibile indirizzare e accompagnare tale ibridazione.

Per Manuel Benasayag, filosofo e psicanalista, la sfida principale della nostra epoca è come pensare ed agire nella complessità e sensibilizzare il lettore alla cruciale differenza tra il “funzionare” (riduzionista, utilitarista, economicista, informaticamente modellizzato e profilato) e l’”esistere” dell’essere umano con le sue mille sfumature socioculturali, le inevitabili incertezze e le fragilità che caratterizzano tale individualità. Solo optando con coraggio per l’”esistere” e rifiutando l’omologazione predominante del “funzionare” è possibile per l’autore accettare il “negativo” del vivere (i limiti biologici della malattia, della perdita, dell’invecchiamento), le resistenze al flusso vitale, l’esigenza di riappropriarsi del tempo, il senso del tragico e la fragilità costitutiva di noi essere mortali.

Il libro non ha il solo focus sul metterci in allarme rispetto ai pericoli dell’ipermodernità e dei progetti transumanistici che spirano minacciosi dalle varie Silicon Valley sparse sul pianeta, ma ha anche messaggi culturalmente forti che valgono per tutti, in primis per i palliativisti. Ad es. l’autore ammonisce che “se non tollero la mia fragilità, non tollero neanche la fragilità dell’altro” o che “la modellizzazione del mondo attraverso il digitale rischia di sostituire il territorio con la mappa” o, infine, che “la verità è che non esiste l’uomo separato dalla macchina, né l’uomo schiavo della macchina: il nostro rapporto con la tecnica si opera in realtà nella modalità di ibridazione”.

Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)

 

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