Autore: Andrea Bajani
Edizione: Feltrinelli
Anno: 2022
Pagine: 160
Prezzo: 16 uro
Codice EAN: 9788807035210
È difficile raccontare il dolore, o meglio, è più facile parlare di amore e felicità. Andrea Bajani diventa maestro di vita in questa storia che inizia con “c’era una volta…” come una favola che, come tale, ha un valore universale, perché racconta la vita di tutti noi, o meglio, di chi ha consapevolezza del proprio e altrui dolore – vissuto, compreso e accettato.
C’era una volta un bambino, uno qualunque, senza nome ed età, che viveva con la madre e il padre, in un paesino, come tanti, ai piedi di una montagna, con una piazza, una scuola, una chiesa, una ferrovia e un bosco oltre il passaggio a livello. È un mondo qualunque in un tempo imprecisato, come quello delle favole che siamo abituati a leggere da bambini. Compagno di vita inseparabile, come un cagnolino fedele che segue sempre e ovunque il suo padrone, è il dolore del bambino, che con lui si alza, va a scuola, gioca, mangia e dorme. C’era quando il bambino è nato e con lui cresce come un piccolo adorabile cucciolo, e di più, come il suo miglior amico, che c’è sempre e non lo abbandona mai. Difficile per il lettore e per il bambino non provare tenerezza e affetto per questo compagno di vita. Ma c’è anche un altro dolore, quello del padre, che fa paura perché è improvviso e distruttivo, ringhia e morde come un cagnaccio feroce, capace di distruggere le porte di casa e far volare i piatti dalla tavola. È un dolore che terrorizza e distrugge, perché non esiste solo un dolore. E non esiste una vita senza dolore. Alcuni dolori si ereditano e ci accompagnano per tutta la vita. Esiste un dolore “ordinario, talmente comune che a volte qualcuno gli fischia dietro credendo sia il suo”. Dobbiamo prendercene cura, accettarlo senza vergogna e senza paura, perché parte di noi. Convivere con un dolore non è facile, “a volte purtroppo il dolore aggredisce e l’uomo non sa mai come chiedere scusa”, ma ogni giorno possiamo “aprire una pagina nuova e farlo correre dentro”, e dobbiamo capire che se è vero che ci sono momenti della vita in cui “la luce va via nella testa” di colpo e tutto diventa buio e vuoto, senza parole, pensieri e ricordi, e come il bambino e il suo dolore diventiamo “conchiglia in fondo all’abisso”, è altrettanto vero che siamo gli unici a poter riemergere da quell’abisso, dandoci una spinta proprio dal fondo, lasciandoci guidare dalla corrente e riemergere ogni volta come se fosse la prima volta.
Erika Poggiali (erikapoggiali2@gmail.com)
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