Autore: Sorj Chalandon
Edizione: Keller
Anno: 2016
Pagine: 284
Prezzo: 16,50 euro
Codice ISBN: 978-88-89767-99-3

Sono certa che leggendo il titolo, molti penseranno a Pirandello e più in particolare, a “Sei personaggi in cerca di autore”, che rompevano la quarta parete rivoluzionando per primi e per sempre in Italia l’idea di teatro e di interazione tra attori e pubblico. Ma questa volta è il palcoscenico della vita ad essere al centro del romanzo, che vede protagonisti Samuel Akunis, regista greco fuggito alla dittatura, e il giovane Georges, ribelle universitario di Parigi. La loro amicizia, nata per caso in un’aula universitaria e cresciuta negli anni delle rivolte parigine del ‘68, resterà il filo conduttore della storia, anche quando Sam si ammalerà in modo terminale e repentino, tenuto in vita dall’idea di realizzare il sogno della sua vita da regista: mettere in scena l’Antigone di Anouilh recitato da un cast inedito di attori palestinesi, maroniti e drusi, sotto lo stesso teatro di Beirut, colpito dalle bombe e dai colpi incessanti dei cecchini.

Sarà Sam ad affidare in punto di morte questo folle e inedito progetto all’amico Georges, il cui compito non sarà solo quello di dirigere gli attori, ma di mediare una tregua di oltre due ore per portare in scena una tragedia che dia voce a tutti i suoi protagonisti. Sarà Antigone a cantare la nostalgia della terra di Palestina, Creonte a far risuonare la fede maronita, Emone a bruciare dell’amore di un druso. Ma vivere la guerra (di Beirut, ma non solo) provenendo dalla pace (di Parigi e del proprio Io) implica necessariamente per Georges attraversare la sua personale quarta parete, quel recinto naturale che lo protegge e lo fa vivere in “stato di grazia” con la moglie, la figlia e i suoi amici parigini. Superare questo limite implica per Georges dover fare delle scelte precise, guardando in faccia la realtà e scegliendo di smettere di vivere recitando la parte della “persona felice e realizzata”, condividendo con Sam non solo il progetto teatrale, ma il più complicato e imprevedibile progetto di vita, anche di fine vita.

Serve coraggio e una profonda forza interiore per superare la quarta parete, quella che protegge i vivi dall’odio cieco, che spinge gli uomini a comportarsi senza anima e e senza speranze, e dalla crudeltà ingiustificabile della guerra, qualsiasi essa sia. Lo sa bene Sam nel suo letto di ospedale, e ce lo insegna Georges in un finale di storia, che non ha nulla a che vedere con “Il giuoco delle parti” di Pirandello, perché protagonista di tutto il romanzo è sempre un uomo e mai un personaggio.

Erika Poggiali (erikapoggiali2@gmail.com)


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