Autore: Giulio Costa
Edizione: Sperling & Kupfer
Anno: 2023
Pagine: 192
Prezzo: 18,90 euro
Codice ISBN: 9788820076955
“Tutti abbiamo, prima o poi, un appuntamento con il buio”. Inizia così il libro di Giulio Costa, psicologo e psicoterapeuta, che si occupa di psicologia della salute e di psicoterapia familiare, e che, durante i mesi della pandemia COVID ci ha tenuto compagnia con il podcast “Storie che sono anche la tua”.
Il punto di partenza per l’autore è sempre una ferita, un trauma, che segna una linea netta tra il prima e il dopo, con un passaggio obbligato per non restare cristallizzati per sempre nel nostro buio e nel nostro dolore. Raccontare il trauma, sia esso un lutto, un licenziamento, una separazione, … è necessario, “perché ogni trauma merita una storia” per poter riconoscere ed accettare le nostre imperfezioni e il buio in un percorso articolato e complesso di rielaborazione e cambiamento positivo, attraverso il quale è possibile uscire dalla dimensione tragica. L’etica del trauma, così ne parla l’autore.
Ma come si fa? Ce lo spiega lui stesso attraverso le tante storie che lo hanno coinvolto sia in prima persona sia nel suo ruolo di psicologo (alcune delle quali le potete ascoltare nel podcast), perché la cura passa sempre attraverso le parole, quelle “nuove in grado di illuminare la strada verso un cambiamento”. È tempo di dimenticare “la società della performance” dove il valore di una persona si misura in modo dittatoriale solo dal suo successo e non contempla fallimento né debolezze. Benvenuta fragilità, nella sua triplice valenza: sensibilità, delicatezza e coraggio. E se è vero che la tempesta metaforica che ci sorprende e ci attraversa nelle nostre burrasche emotive, ci spaventa e ci blocca, è anche vero che la nostra salvezza risiede nel rischio, quello che non banalizza né ignora con superficialità la burrasca né ci spinge a restare nel porto sicuro in un finto riparo, ma al contrario ci fa vedere nuovi orizzonti nel mare aperto e ci ricorda che “nessun uomo è un’isola”. Riscoprire il Noi, riconoscere la pericolosità dell’individualismo, ristabilire il ruolo di ascolto della famiglia, quello educativo della scuola, quello del coinvolgimento attivo e non paternalistico della politica sono alcune delle chiavi che l’autore ci consegna per superare la paura del fallimento, delle scelte sbagliate e del tragico naufragio, per non restare bloccati “in un lutto senza fine”, ma avere coraggio, quello che il semaforo blu, nella omonima favola di Gianni Rodari, chiama ascolto e comprensione.
Erika Poggiali (erikapoggiali2@gmail.com)
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