Autore: Paolo Giordano
Edizione: Einaudi
Anno: 2020
Pagine: 80
rezzo: 10 euro
Codice ISBN: 9788806246761

Il 5 maggio 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità per voce del suo direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ufficialmente dichiarato “with great hope” (con grande speranza) la fine dell’emergenza sanitaria COVID19 iniziata il 30 gennaio 2020. Ma in conferenza stampa Ghebreyesus ha anche ricordato il numero dei morti, una cifra vertiginosa a 6 zero: 7 milioni quelli ufficialmente dichiarati, 20 milioni quelli stimati; e quello degli infettati: 765 milioni. “Un momento da celebrare ma anche per riflettere…deve restare l’idea della potenziale minaccia di altre pandemie…sono state perse vite che non dovevano essere perse, promettiamo ai nostri figli e nipoti che non faremo mai più gli stessi errori” queste le sue parole, che ci invitano a non dimenticare, a considerare la vita come un bene collettivo e un valore prospettico nel tempo (per le future generazioni) e nello spazio (per il bene globale, inteso come globo terrestre).

Destino ha voluto che pochi giorni dopo questa comunicazione mi venisse consigliato e poi consegnato questo libro da una persona, a me molto cara, che conosce bene il mio lavoro e ancora meglio il mio trascorso emotivo legato alla pandemia. La verità è che ho avuto timore di leggerlo, per paura di ripiombare nella narrazione di quel tempo di dolore e fatica, e di rimanerci invischiata. Vi rassicuro però. La data di pubblicazione è del 2020, quindi di molto antecedente almeno agli eventi che hanno caratterizzato la seconda ondata, e Paolo Giordano non è un veggente né un frate trappista, che ogni giorno si scavava la tomba, un poco alla volta, con lo scopo di tenere sempre presente la propria morte e non smarrire il significato della vita. Quindi l’ho letto.

Si tratta di un breve saggio in veste di diario, dove attraverso alcuni semplici ragionamenti matematici, l’autore mostra come tenere a bada le paure (ai tempi della pandemia, meglio chiamarla angoscia), a gestire lo “spazio vuoto inatteso”, a considerare il contagio “un’infezione della nostra rete di relazioni”.  Come? “con molta forza, molto sacrificio e molta pazienza”. Sembra una formula magica, che, se ci pensate, utilizziamo molto spesso nella nostra quotidianità, con percentuali diverse a seconda della situazione. E allora diventa facile comprendere come “la matematica della prudenza” possa rivelarsi l’unica formula per superare alcune situazioni, andando contro il nostro innato “moto di ribellione” che ci fa sentire tanto liberi, ma altrettanto egoisti ed egocentrici, quando basterebbe usare “un po’ più di cautela e un po’ più di compassione”, pensandoci parte di una collettività fatta non solo da uomini, ma anche da altri esseri viventi, come gli animali e le piante. Attenzione, rispetto, sacrificio, responsabilità sono le quattro parole che l’autore ci lascia in eredità nell’ultimo capitolo, il cui titolo “Contare i giorni” richiama un’azione quotidiana ai tempi del COVID, ma anche l’insegnamento che Mosè chiede a Dio per “ottenere un cuore saggio”.

Una curiosità che non c’entra nulla con il libro. Prima del COVID, nel febbraio 2018, l’app più scaricata nella categoria salute e benessere era WeCroak, che “gracidava” 5 messaggi al giorno, assolutamente a caso e in modo imprevedibile, per ricordare all’utente che tutti dobbiamo morire, rivedendo in chiave moderna un proverbio buddista, secondo il quale, per apprezzare davvero la vita, devi pensare alla morte almeno cinque volte al giorno. Dal 2022 l’app più scaricata nel mondo è TikTok, ma questa è un’altra storia.

Erika Poggiali (erikapoggiali2@gmail.com)

 

 


RISORSE

CONSULTA QUI la pagina del libro sul sito dell'Editore VAI

Iscriviti alla newsletter