Autore: Vanessa Montfort (traduttore Enrica Budetta)
Edizione: Feltrinelli Universale Economica
Anno: 2018
Pagine: 371
Prezzo: 13 euro (edizione speciali 5,90 euro)
Codice ISBN: 9788807891441

Siamo a Madrid, nel quartiere più bohémien della capitale spagnola, e più esattamente nel Giardino dell’Angelo del negozio di fiori di Olivia, all’ombra di un olivo centenario e di una altalena di corda, dove si alternano e si intrecciano le vite di sei donne – Marina, Victoria, Aurora, Cassandra, Olivia e Galatea – così terribilmente diverse e antitetiche da sembrare estranee, ma solo in apparenza.

La narrazione è affidata alla voce di Marina, che dopo un anno di lutto dalla morte del marito Oscar, completamente smarrita, “schiava della regola e regina del consentito” alla ricerca di un modo per ricominciare a vivere la SUA vita, si ritrova in un nuovo quartiere e a lavorare nel negozio di Olivia, più per caso che per scelta. Lei che di fiori e piante non conosce nulla, imparerà il loro linguaggio, fatto di significati che nascondono messaggi precisi e forti, ma soprattutto imparerà “ad aggiustare le vele per continuare a vivere invece di annegare” nel mare magnum della vita e dei suoi imprevisti.

Il viaggio in solitaria sulla barca a vela del marito, che Marina compirà grazie all’aiuto di quella nuova amicizia tra donne tutte alla ricerca di un riscatto in momenti difficili della propria esistenza per vari e diversi motivi, le consentirà di capire la differenza tra indipendenza e libertà, tra libertà e solitudine. Attraversare lo stretto di Gibilterra, raggiungere il porto marocchino di Tangeri e portare a termine la promessa fatta in punto di morte a Oscar, nonostante il sole a picco, i 30 nodi di tempesta e le incursioni indesiderata del fantasma del marito, è un chiaro inno alla rinascita non solo di Marina, ma di tutte le persone che stanno attraversando un dolore e lo subiscono, inermi e inerti. Svestirsi del passato, sfuggire alla malinconia, superare la paura che conduce alla immobilità, vincere tutti gli ostacoli che la ragione può creare riavvicinandosi alle emozioni pure e vere, smettere di commiserarsi e di usare la compassione come utile strumento per la sopravvivenza quotidiana, riconoscere che il nostro dolore ci può impedire di vedere quanto il mondo continui ad essere meraviglioso, significa, usando una metafora da marinaio, fare il grande giro di boa, che conduce al cambiamento radicale come opportunità unica e grande per crescere e riprendere a vivere.

E ha ragione Marina, quando ripensando al suo anno di lutto, realizza che “non sappiamo affrontare il dolore. Tentiamo di alleviarlo…cerchiamo di essere forti e questo equivale a voltare le spalle ai nostri sentimenti. A non dar loro voce”. Dunque, cosa fare? Ascoltare e seguire le indicazioni di un vero capitano come la protagonista di questo libro: “l’unico modo per sfuggire al dolore è passarci in mezzo. Una buona volta”. La verità è che “la vita è uno spettacolo senza prove, una prima senza una seconda chance”, in cui tutti noi siamo attori che vanno in scena “senza trucco e senza sapere la parte”, ma questo lo aveva già capito Aristofane, commediografo dell’utopia e della improvvisazione molti, anzi moltissimi anni fa.

Erika Poggiali (erikapoggiali2@gmail.com)


RISORSE

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