Loi 2016-87, 2 feb 2016
Con questo tweet il 2 febbraio scorso il Presidente Francese Francois Hollande annunciava di aver promulgato definitivamente la legge francese sul fine vita, dopo un passaggio parlamentare durato circa un anno.
Questa legge sancisce il diritto dei pazienti “aventi una prognosi quod vitam a breve termine” di richiedere (o, in caso di impossibilità da parte del paziente di esprimere la propria volontà, su richiesta di un familiare) una “sedazione profonda e continua” fino al decesso, permettendo ai sanitari di interrompere nutrizione, idratazione e trattamenti volti al solo prolungamento della vita. Viene inoltre reiterato il diritto per il paziente, “pienamente informato da parte dei sanitari” circa lo stato di salute e le opzioni terapeutiche, di rifiutare un determinato trattamento in modo attuale o anticipato tramite il fiduciario e/ direttive anticipate.
In parallelo è stata programmata la creazione di nuovi centri di cure palliative in tutta la Francia con un importante investimento di risorse e prescritta la formazione in cure palliative per tutti le figure sanitarie.
Il cardiologo Jean Leonetti, uno dei parlamentari promotori di questa legge, ha affermato che l’obiettivo è quello di far diventare un ricordo del passato le “brutte morti”, i decessi che avvengono in ospedale tra sofferenze fisiche ed esistenziali senza trattamenti né attenzioni adeguate, quantificate nel 12% delle morti in Francia.
Alcune perplessità emerse nel dibattito avvenuto in Francia attorno a questa legge sono relative alla delicatezza della decisione di attivare una sedazione continua e profonda in pazienti non in grado di esprimersi, e la difficoltà di definire la “prognosi a breve termine” da parte del personale sanitario. Bisogna però precisare che questi nodi sarebbero potenzialmente risolvibili (non solo in Francia) attraverso una buona educazione sanitaria circa i temi del fine vita (differenza tra eutanasia e sedazione, importanza del controllo sintomatologico, corretta formulazione della prognosi, ecc.) da rivolgere alla popolazione generale, ai media e, soprattutto, agli operatori sanitari non direttamente coinvolti in queste tematiche.
Una mia personale preoccupazione è subito stata quella di leggere il giorno dopo su tutti i giornali italiani titoli del tipo “La Francia legalizza l’eutanasia” manifestando la solita confusione/ignoranza e disinformazione che viene fatta dai media circa gli argomenti di fine vita (l’ultima volta nel marzo scorso quando questa legge iniziò il suo percorso parlamentare, con la necessità da parte della SICP di uscire con un comunicato stampa per fare chiarezza circa le differenze tra eutanasia e sedazione palliativa).
Mi sbagliavo. L’argomento non è stato neppure affrontato dai principali media italiani…
Fabrizio Motta (fabrizio.motta@gmail.com) (@cinghio81)
ALLEGATI
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