Presso alcune Università (Stanford, Pennsylvania) e in alcuni ospedali oncologici di Seattle è in corso la sperimentazione di algoritmi che, analizzando i dati clinici dei malati, puntano ad identificare precocemente i soggetti con bisogni di cure palliative in base alla previsione prognostica (sopravvivenza stimata inferiore ai 12 mesi).
L’attuale letteratura indica che l’ identificazione dei malati con bisogni di cure palliative non deve essere confinata alla previsione prognostica ma deve valutare l’intensità e la complessità dei loro bisogni globalmente intesi; però disporre di algoritmi che esaminano un’imponente quantità di dati potrebbe rivelarsi utile per integrare la valutazione del malato, evitando identificazioni tardive come è attualmente la prassi prevalente anche a livello internazionale. Come sempre bisognerà attendere i dati degli studi in corso per valutare con rigore l’attendibilità dei risultati dell’Intelligenza Artificiale e la sua applicabilità sotto il profilo etico e clinico.
Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)
Clicca QUI per leggere l’articolo pubblicato sul sito isNews