Il 22 settembre è stata presentata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede la Lettera “Samaritanus bonus” sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Il documento, articolato e corposo, giunge a 40 anni di distanza dalla dichiarazione “Iura et Bona” dello stesso dicastero vaticano e si rivolge, importante da tenere a mente, “ai pastori e ai fedeli” di fede cattolica.
Oltre la ferma condanna di ogni forma di eutanasia e suicidio assistito e la conferma dell’insegnamento morale classico della Chiesa Cattolica sulla sacralità della vita, la lettera in più punti tocca temi etici e clinici delicati per le cure palliative e per l’intera medicina: l’alimentazione e l’idratazione del paziente in fase avanzata di malattia, la definizione di cure palliative, la legislazione in tema di fine vita, il diritto all’obiezione di coscienza.
E’ un documento che verosimilmente farà discutere e sarà per il futuro non solo prossimo un riferimento imprescindibile per i credenti, un testo però che per essere discusso e commentato richiede una lettura integrale e attenta. Solo così se ne potranno cogliere limiti (uno per tutti il confuso passaggio sulla sedazione e la terapia antalgica) e pregi: per questi ultimi è affidata al lettore, credente o no, l’impresa critica e serena del discernimento profondo.

Ferdinando Cancelli (ferdinando.cancelli@gmail.com)


ALLEGATI

Lettera "Samaritansu bonus"
Congregazione per la Dottrina della Fede, 22 set 2020
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