Lo scompenso cardiaco è la principale causa di ricovero e la sua prevalenza è destinata ad aumentare grazie al prolungamento della vita media e alla riduzione della mortalità. La presenza di co-morbidità soprattutto nel malato anziano, fragile e con bisogni palliativi, ne modificano significativamente la clinica, il decorso e la prognosi. A tutto questo va aggiunto che in ambito cardiologico vi è ampio impiego di tecnologia ad elevata complessità ed invasività, trattamenti che tuttavia, nelle fasi avanzate e terminali di malattia, rischiano di non essere più appropriati né proporzionati.
In queste fasi avanzate, la prognosi non è più il criterio più adeguato per definire le scelte. E’ indispensabile invece l’individuazione e la soddisfazione dei bisogni del malato e dei familiari, bisogni non solo clinici, ma anche psicologici, spirituali e di condivisione di scelte spesso difficili.
Una gestione adeguata delle fasi avanzate dello scompenso cardiaco deve pertanto inevitabilmente basarsi sulla contaminazione culturale e professionale fra le differenti professionalità coinvolte nel percorso di cura del malato e della sua famiglia. Solo un approccio multidisciplinare e multiprofessionale potrà soddisfare bisogni così complessi.
E’ da queste premesse che nasce il documento condiviso tra Società Italiana di Cure Palliative e Società Italiana di Cardiologia, espressione della volontà di cercare strumenti pratici e condivisibili per la gestione di malati complessi e della necessità della diffusione della cultura delle Cure Palliative anche in ambito cardiologico.
Il documento è la premessa per lavori di approfondimento su tematiche più specifiche, per cercare di fornire ai professionisti coinvolti nella gestione delle fasi avanzate di malattia, basi scientifiche ed etiche a sostegno di percorsi di cura adeguati anche in situazioni di estrema complessità clinico-assistenziale.
Raffella Antonione (rantonione@units.it)
ALLEGATI
Cure Palliative in ambito cardiologico
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