Esaminando oltre 900 giorni di degenza relativi a 65 malati ricoverati in hospice, gli autori hanno rilevato che gli eventi avversi (classificati come cadute, squilibri pressori, alterazioni glicemiche, effetti avversi farmacologici, disturbi urinari, eccetera) avevano indotto il ricovero nel 78% dei malati e, nel 62% dei casi si erano verificati almeno una volta durante la degenza. Sorprendentemente non sono stati registrati casi di effetti avversi da interazioni farmacologiche.
Gli autori sottolineano la necessità di modificare o sospendere le terapie per le comorbilità in modo tempestivo (né precocemente né tardivamente) e di porre attenzione a non attribuire i peggioramenti delle condizioni generali o di singole funzioni parenchimali alla progressione della malattia prima di aver escluso la possibilità di eventi avversi. Un curioso articolo, dunque, che sorprende alla prima lettura ma che lascia poi una pulce nell’orecchio.
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segnalazione di Luciano Orsi (luciano.orsi@aopoma.it)