L’aumentata disponibilità di nuovi chemioterapici e farmaci biologici può condurre, nei malati metastatici a tardive attivazioni di cure palliative; diventa così importante disporre di strumenti prognostici che aiutino gli oncologi a decidere se proseguire terapie ‘attive’ o iniziare quelle palliative. L’impiego delle scale di valutazione del controllo dei sintomi come fattore prognostico è controverso. Questo studio, condotto in 68 malati di cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) e gastrointestinale off-therapy, ha utilizzato l’Edmonton Symptom Assessment Scale (ESAS), uno strumento validato per la valutazione del controllo dei sintomi, per ricercare un suo valore prognostico. I dati evidenziano che il trattamento palliativo ha ridotto sia il numero sia la gravità dei sintomi e che vi è una correlazione con la valutazione prognostica fornita dal Palliative Prognostic score (PaP score). In particolare l’anoressia per i tumori gastrointestinali e l’astenia per il tumore del polmone risultano avere un significato prognostico.
Narducci F, Grande R, Mentuccia L, et al. Symptom improvement as prognostic factor for survival in cancer patients undergoing palliative care: a pilot study. Support Care Cancer 2012;20:1221-6
Segnalazione di Luciano Orsi (luciano.orsi@aopoma.it)