Contemporaneamente al recepimento dell’Intesa Stato-Regioni (vedi la sezione ‘normative nazionali e regionali’) la Direzione generale sanità della Regione Lombardia, con proprio decreto n. 12656, ha tagliato del 20-30% il finanziamento delle cure palliative domiciliari (nella tipologia ospedalizzazione domiciliare) per l’anno 2011. Dietro la formula edulcorata “rimodulazione ex post” si era nascosto, infatti, un intervento dalle conseguenze potenzialmente gravi in termini di accesso alle cure domiciliari per i malati terminali. La Federazione Cure Palliative aveva pertanto emesso il 25 gennaio 2013 un comunicato stampa in cui lanciava un grido di allarme e riferiva l’esito dell’incontro che il presidente della Federazione, Luca Moroni, aveva avuto con l’assessore alla sanità Mario Melazzini; in tale occasione l’assessore si era impegnato a verificare la consistenza del taglio sul 2011 rassicurando sulla ferma intenzione dell’Assessorato di evitare riduzioni e, anzi, a sviluppare ulteriormente i servizi per tutelare la qualità della vita dei malati inguaribili e per le loro famiglie. L’assessore si era impegnato a reperire, al termine di una breve istruttoria, le risorse necessarie per garantire il pieno finanziamento dei percorsi di cura già effettuati dagli ospedali lombardi. In effetti in data 29 gennaio sono state riportate dalla stampa online (Vita.it) dichiarazioni dell’assessore Melazzini che ha affermato che ‘la Regione Lombardia non ha tagliato le risorse per le cure palliative. È già previsto che lo stanziamento per le attività del 2012 verrà incrementato in modo da coprire interamente anche le spese del 2011’.