Questo studio evidenza che per contrastare un insufficiente uso di oppiacei nelle fasi finali della vita di malati ospedalizzati si può agire su fattori modificabili come la presenza dei familiari accanto al malato, la discussione sugli obiettivi di cura, la capacità di formulare una previsione prognostica e la prescrizione anticipata della terapia con oppiacei. La presenza dei familiari consente una miglior rilevazione del dolore e un più attento monitoraggio delle risposte al trattamento antalgico. Questi elementi sono importanti e utilizzabili quando i palliativisti sono chiamati in consulenza nei reparti ospedalieri perché possono educare i familiari nel sorvegliare l’andamento del dolore e delle sue risposte alla terapia, possono stimolare i curanti a prescrivere in cartella una terapia antalgica anticipata (oltre a quella a orari fissi) e, infine, possono aiutare a formulare una prognosi che riconduca il trattamento complessivo a obiettivi di cura realistici.