Questo ponderoso studio ha esaminato il luogo di morte e i trasferimenti precedenti la morte, dei malati ultrasessantacinquenni gestiti da Medicare nell’ultimo periodo di vita comparando gli anni 2000, 2005 e 2009. I dati evidenziano che, sebbene siano in aumento i malati che muoiono a domicilio con una riduzione di quelli che muoiono in ospedale, si è registrato un aumento dei ricoveri in terapia intensiva (29,2% dei deceduti) e di ricoveri ospedalieri negli ultimi 90 giorni. Nonostante un aumento dell’offerta di cure palliative (il numero di hospice è aumentato da 2.300 a 3.500 nel periodo esaminato) e di ricoveri in hospice, il 28,4% delle degenze in hospice dura meno di 3 giorni. Un altro dato problematico è l’aumento del trend dei trasferimenti da un contesto di cura a un altro, generalmente da quello ospedaliero verso quello palliativo negli ultimi 3, 15 e 30 giorni. Gli auspici formulati nello storico studio SUPPORT sono quindi ancora al di là dal realizzarsi in modo sistematico. Se queste tendenze fossero confermate, anche per gli anni successivi si profilerebbe un enorme rischio: le cure palliative invece che proteggere i malati da ricoveri ospedalieri o intensivi inappropriati diverrebbero solo l’appendice finale dell’escalation interventistica.

Teno JM, Gozalo PL, Bynum JPW, et al. Change in end-of-life care for Medicare beneficiaries: site of death, place of care, and health care transitions in 2000, 2005, and 2009. JAMA 2013;309:470-7

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