Questo articolo colpisce perché inanella un nutrita serie di autorevolissime citazioni collocandole sul filo di una riflessione profonda: come si attua il trattamento ‘attivo’ delle malattie inguaribili, provocatoriamente definite come incurable disease. La riflessione parte dalla constatazione non banale che sono i morenti ad averci insegnato e a continuare a insegnarci come rispondere ai loro bisogni per poi permettergli di sviluppare la consapevolezza della terminalità rompendo le barriere dell’isolamento per accompagnarli nelle lande ove il silenzio e la presenza prevalgono sulle parole e la speranza assume significati cangianti e diversi dal consueto. Un articolo che i nuovi palliativisti dovrebbero usare per approfondire il nucleo profondo delle cure palliative e che i vecchi palliativisti dovrebbero leggere per non dimenticare perché hanno cominciato a lavorare nell’ambito delle cure palliative.
Per non dimenticare la filosofia implicita nelle cure palliative
31/05/2013 | News
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