In questo breve ‘testa a testa’ le due autrici riescono a equilibrare il dovere etico-deontologico e giuridico dell’informazione del malato al fine d’esercitare il principio d’autodeterminazione e consentirgli d’operare scelte consapevoli sulle alternative terapeutiche, sul luogo d’assistenza e di morte e varie altre decisioni personali del fine vita. Viene molto ben chiarito che l’informazione sull’inguaribilità, se questa viene richiesta dal malato, dovrebbe avvenire in un percorso relazione e dovrebbe comprendere la comunicazione della stima prognostica. Infine viene sottolineato come la comunicazione veritiera non distrugge la speranza ma permette l’apertura a una sua declinazione individuale. La frase che rimane impressa e che dovrebbe rappresentare la stella polare del nostro agire di palliativisti è: ‘il punto fondamentale non è se informare i malati ma come comunicare questa informazione’.
Collis E, Sleeman K. Do patients need to know they are terminally ill? Yes. BMJ 2013;346:f2589.