La sentenza n. 11522 del 23 maggio 2014 della Corte Cassazione è particolarmente interessante perché sancisce che la mancata attivazione delle cure palliative può essere considerata come una perdita di chance pure in presenza di una malattia tumorale in fase avanzata non suscettibile di cure oncologiche. Pertanto, la maggiore sofferenza patita dal malato in seguito alla non attivazione delle cure palliative viene classificata come danno biologico da risarcire. Questa sentenza rappresenta un ulteriore passo nel lungo cammino delle cure palliative all’interno delle istituzioni poiché avviene nel cuore dell’istituzione giuridica nazionale di più alto livello.


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