Pur essendo la dispnea un sintomo molto grave e comune nel fine vita e ormai robusta l’evidenza scientifica sull’efficacia degli oppiacei nel suo trattamento, le resistenze al suo uso sistematico e tempestivo non sono ancora del tutto vinte. Lo evidenzia bene questo studio condotto sugli internisti di un ospedale inglese che, rispetto a quanto dichiarato nelle loro intenzioni ne fanno un uso scarso, tardivo e limitato al malato neoplastico. Gli ostacoli a un impiego più aderente alle reali necessità sono state individuate in: scarsa dimestichezza nell’uso di tali farmaci, timori circa la depressione respiratoria, assenza di linee guida e insufficiente supporto da parte di esperti (per esempio i palliativisti). Dall’articolo scaturiscono interessanti suggerimenti sul ruolo di facilitatori e supervisori che i palliativisti possono rivestire nelle consulenze ospedaliere (ma anche domiciliari) e in momenti di formazione.
La battaglia della morfina per trattare la dispnea non è finita
30/06/2014 | News
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