Questa importante Carta etica stilata da autorevoli esperti di varie discipline prende le mosse dalla constatazione che la persona assistita ed i suoi bisogni rappresentano il centro di ogni prestazione sanitaria e che gli aspetti etici della cura siano una cornice ineludibile delle scelte terapeutiche. La Dichiarazione è fondata sulla condivisione partecipata dal malato delle scelte terapeutiche, oltre che sull’equità di accesso alle cure, sull’empatia e sulla valorizzazione della ricerca. Le responsabilità dell’oncologo sono quindi declinate in sedici punti che toccano inequivocabilmente  l’informazione adeguata del malato, il rispetto della sua libertà di scelta, la costruzione di un percorso di condivisione delle scelte terapeutiche e di consenso informato, con un ridimensionamento del coinvolgimento dei familiari nel rispetto delle preferenze in merito del malato. Una delle responsabilità è rivolta all’accompagnamento ove l’oncologo deve assicurare la condivisione partecipata alle scelte di fine vita, soprattutto in merito alla desistenza terapeutica che non deve essere vissuta come un abbandono ma, al contrario, come una parte dell’assistenza. Questa Carta potrebbe promuovere un’ulteriore e feconda sinergia collaborative fra palliativisti e oncologici nella gestione delle fasi avanzate e terminali di malattia.

Luciano Orsi (luciano.orsi@aopoma.it)

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