Uno studio pubblicato questo mese sul Journal of Palliative Medicine che ci da delle armi in più per implementare l’accesso precoce alle cure palliative. Il confronto è fra due gruppi di pazienti con cancro che sono morti all’UCSF (University of California, San Francisco) Helen Diller Family Comprehensive Cancer Center tra gennaio 2010 e maggio 2012: un gruppo che ha ricevuto cure palliative precocemente, ossia in cui il contatto iniziale è avvenuto più di 90 giorni prima della morte e l’altro gruppo che ha invece ricevute cure palliative tardivamente, ossia entro gli ultimi 90 giorni di vita. Il gruppo che ha ricevuto cure palliative più precocemente ha avuto: meno ospedalizzazioni negli ultimi 30 giorni di vita, minor ricorso all’Unità di Terapia Intensiva nell’ultimo mese di vita, meno accessi al dipartimento di emergenza nell’ultimo mese di vita, meno morti intraospedaliere, meno morti entro tre giorni dalla dimissione dall’ospedale, una percentuale di mortalità a 30 giorni più bassa dopo la dimissione ospedaliera. Se questo non bastasse il gruppo che ha ricevuto cure palliative precocemente ha avuto significativamente meno costi diretti. Purtroppo la conclusione dell’articolo è che nonostante tutto questo i servizi di cure palliative rimangono sotto-utilizzati.

 

Clicca qui per l’articolo sul Journal of Palliative Medicine.

Contatti: Daniela Martinelli (daniela.martinelli@aopoma.it)

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