Diversi report internazionali mostrano come nel prossimo futuro le cure palliative dovranno misurarsi con un incremento dei pazienti da assistere ma anche con un ampliamento dei bisogni assistenziali in virtù di una maggiore richiesta di attenzione in ambito non oncologico. Il focus di questa indagine scozzese è stato quello di identificare, discutere e comparare gli indicatori ritenuti più sensibili nel valutare la qualità delle cure palliative e di fine-vita, sulla base delle principali evidenze di letteratura e delle più recenti esperienze sviluppate sul campo in ambito internazionale. Numerose evidenze sottolineano la produzione e la verifica di numerosi indicatori di struttura e processo (pur sottolineando alcune criticità relative ad equità dell’accesso alle cure e identificazione dei pazienti suscettibili di cure palliative) ma ancora poche sono quelle relative agli indicatori di outcome. Gli Autori approfondiscono dunque il tema della qualità dei modelli assistenziali di cure palliative cercando di rispondere ad alcune domande tra le quali: quali indicatori di struttura, processo e outcome sono stati ad oggi sperimentati e con quale razionale? Sono indicatori sviluppati per valutare le ricadute a livello nazionale o locale? Sono indicatori il cui esito viene sottoposto a rivalutazione periodica e per i quali sono previsti protocolli di verifica delle modalità di raccolta dei dati? Sono indicatori applicabili nei diversi setting di cura e a malati con caratteristiche/bisogno potenzialmente differenti (oncologici/non-oncologici, adulti/bambini)?
Massimo Pizzuto (massimo.pizzuto@fastwebnet.it)