Un editoriale de The Lancet Oncology (Clicca qui per visualizzarlo) offre una prospettiva diversa sui malati tumorali. Le statistiche ci dicono che la sopravvivenza di un malato tumorale è aumentata. Questo vuol dire che bisognerà cominciare a considerare il cancro come una malattia cronica e quindi pensare ai ‘sopravvissuti’ al cancro anche in termini di rientro a casa e alla vita lavorativa dopo la fine dei trattamenti. E in effetti i media dedicano molto più spazio alle storie di questi pazienti. Ma anche l’altro lato della medaglia, l’end-of-life, è più frequentemente discusso. In Gran Bretagna ad esempio stanno emergendo i death cafes, luoghi d’incontro dove discutere di fine vita e di morte (in Italia il primo Death Cafè ha aperto a Bologna a Ottobre 2015), segno che di questo tipo di discussioni vi è sia il desiderio che la necessità. Tutto questo ci può aiutare ad affrontare il tumore in modo più realistico, come parte della vita e non invece a stigmatizzare l’argomento e a isolare i malati e i loro famigliari a causa della paura che il tema suscita.
Daniela Martinelli (daniela.martinelli@aopoma.it)