Interessante opinione espressa da Marcella Gostinelli e altri quattro componenti della commissione etica del Collegio Ipasvi di Firenze sulla svalorizzazione degli infermieri nell’etica della cura e specificatamente sulla mancata partecipazione della professione infermieristica al Comitato di Bioetica nazionale.
Il mese scorso ho conosciuto Marcella ad un convegno e mi hanno colpito le sue parole “Io sento che l’infermiere non è libero, libero di essere e di fare. Libero di pensare. Pensa, ma non pensa da infermiere. Ma dove sta la libertà? Nel contesto? E cioè in alcuni contesti si può pensare e dire ed in altri no? …”
Ho ritrovato anche in questo articolo, del 12 aprile su Quotidiano Sanità (clicca qui per visualizzare il link), tale bisogno di libertà che si deve esprimere innanzitutto attraverso la partecipazione. Una partecipazione che dovrebbe realizzarsi attraverso un rapporto continuo coi cittadini affinché siano aiutati dagli infermieri a capire, ad esempio la differenza tra sedazione profonda ed eutanasia ben prima che la malattia porti le persone alla fase finale della loro vita…
Secondo Gostinelli è tempo che l’infermiere diventi motore di cambiamento perché la cura infermieristica entri a pieno titolo in un paradigma etico e politico e non sia culturalmente ancorata ad una mera determinazione emotiva.
Quindi gli infermieri saranno più liberi solo se saranno più attivi a tutti i livelli perché come recitava il caro Gaber: LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE!
Cristiana Gerosa (c_gerosa@virgilio.it)