È una review del British Medical Journal sul ruolo emergente delle cure palliative nei pazienti con scompenso cardiaco ma il messaggio vale anche per le altre grandi insufficienze d’organo. Nonostante i progressi terapeutici lo scompenso cardiaco rimane una malattia progressiva, altamente sintomatica e mortale e che lascia aperti molti interrogativi. Le cure palliative trovano applicazione durante tutto il decorso della malattia, anche in una fase precoce, quando il paziente cioè sta facendo trattamenti che sono intesi al prolungamento della sopravvivenza. Anche se i pazienti con scompenso cardiaco possono sperimentare un carico sintomatologico simile o addirittura peggiore rispetto a pazienti con cancro in fase avanzata, tuttavia finora l’accesso alle cure palliative e all’hospice per questo tipo di problematica è inferiore e maggiore è invece l’utilizzo di risorse e di trattamenti aggressivi. Le ragioni sono diverse: incertezza della traiettoria di malattia, frammentazione delle cure, scarsa conoscenza, elevata comorbidità e fragilità, devices salvavita che impongono decisioni difficili e evidenze limitate.

 

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Daniela Martinelli (daniela.martinelli@aopoma.it)

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