Quest’anno la Società Italiana di Cure Palliative compie i suoi primi trent’anni. Una storia che soprattutto per chi l’ha vissuta fin dal suo inizio è piena di ricordi emozionanti, di qualche difficoltà ma soprattutto di una crescita costante del movimento delle Cure Palliative nel nostro paese. In quegli anni molti di noi si erano appassionati ad ascoltare i primi “pionieri” delle Cure Palliative italiane (Vittorio Ventafridda, Franco De Conno, Giorgio di Mola, Franco Toscani, Marcello Tamburini) che parlavano di una Medicina che voleva “continuare a curare quando non era più possibile guarire”, che si prendeva cura dei malati e dei loro familiari con l’obiettivo di controllare la loro sofferenza, che era attenta ai loro bisogni e desideri nel rispetto costante della loro autodeterminazione. In questi trent’anni la SICP ha aumentato in modo costante la numerosità dei propri Soci, l’autorevolezza della propria rappresentatività presso le Istituzioni, la capacità di fornire contributi importanti e competenti per la promozione delle cure palliative in Italia. Per quanto fatto in questi trent’anni è doveroso ringraziare tutti i Presidenti che si sono succeduti alla guida della SICP in questo lungo periodo di tempo: è quanto faremo tutti insieme a Roma durante la Cerimonia inaugurale del nostro XXIII Congresso Nazionale invitandoli a ricordare con noi questo anniversario. Per quanto mi riguarda la coincidenza del trentennale della SICP con il termine del mio mandato di Presidenza della nostra Società Scientifica è per me motivo di grande emozione ma anche di grande responsabilità. La SICP è e vuole rimanere l’unica Società Scientifica che rappresenta un “movimento” fatto di migliaia di professionisti che ogni giorno operano in modo competente nelle Reti di cure palliative ma anche di cittadini che sono consapevoli dell’importanza di garantire cure appropriate e attenzione costante ai bisogni di tutte le persone che si avviano alla fine della loro vita, fino agli ultimi giorni, indipendentemente dalla loro patologia e dalla loro età. Prendendo spunto da quanto scritto recentemente da un grande fisico italiano, Carlo Rovelli, a proposito del pensiero scientifico, la SICP è stata in questi trent’anni la rappresentante di un mondo professionale che ha avviato “un’appassionata esplorazione di modi sempre nuovi per pensare il mondo, un pensiero fatto di curiosità, di ribellione e di mutamento.” Il mio personale augurio è che continui ad esserlo anche per i prossimi trent’anni.

Carlo Peruselli (carlo.peruselli@gmail.com)

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