Una sentenza della Corte di Cassazione stabilisce che una non completa compilazione della cartella clinica da parte del medico in un’eventuale causa giudiziaria fa scattare la presunzione del nesso causale in suo sfavore. In parole povere la cartella clinica funge da prova per cui se ad esempio vengono effettuati colloqui informativi con il paziente e la famiglia ma non vengono documentati per iscritto in cartella clinica tutti i passaggi che hanno portato a determinate scelte terapeutiche questa prova viene ovviamente a mancare, in sfavore del medico. Medico che peraltro non può apporre modifiche a posteriori in quanto commetterebbe reato di falso in atto pubblico.
Daniela Martinelli (daniela.martinelli@asst-mantova.it)