Culture diverse vivono in modo diverso il rapporto coi propri cari defunti. In Messico il giorno dei morti è giorno di festa, anzi sono più giorni in cui si suona, si balla insieme alla Catrina, Signora dei Morti, si preparano banchetti e offerte, flor de muertos, frutta, dolci, calaveras di zucchero colorato, pan de muertos e bottiglie di tequila perché si crede che i morti tornino sulla terra per ritrovare il calore della famiglia e degli amici. Non è un modo irriverente per esorcizzare la morte ma un culto che affonda le proprie radici nella storia. Secondo gli Aztechi infatti l’alternanza della vita e della morte è fondamentale per il mantenimento dell’ordine cosmico. Dal novembre del 2003 il Día de los muertos è diventato Patrimonio dell’Umanità in quanto “una delle espressioni culturali più antiche e di maggior rilevanza tra i gruppi indigeni del paese” (clicca qui per approfondimento). E cade anche un tabù tipico della nostra cultura europea, perché anche i più piccoli partecipano attivamente alle celebrazioni.
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Daniela Martinelli (daniela.martinelli@asst-mantova.it)