Ad Aprile 2017 l’ICPCN (International Children’s Palliative Care Network) ha indicato chiaramente la sua posizione circa la pratica dell’eutanasia e il suicidio assistito. Obiettivo delle cure palliative pediatriche è fare in modo che il bambino con una malattia inguaribile o alla fine della vita in tutto il mondo possa vivere una vita della massima qualità possibile, prevenendone e alleviandone la sofferenza. Permettere una buona qualità di vita non include accelerare la morte, e l’eutanasia o il suicidio assistito non sono parte delle cure palliative pediatriche. Il rifiuto o l’interruzione di trattamenti che possono causare più danno che beneficio non costituisce eutanasia. La morte non intenzionale di un bambino come conseguenza di un intervento prescritto secondo termini di appropriatezza per alleviare un sintomo causa di distress non è eutanasia anche quando la morte possa intendersi come il risultato di quell’intervento. La sedazione che diventa necessaria per la gestione di un sintomo refrattario (‘sedazione palliativa’) non è eutanasia. Molte richieste di eutanasia o di suicidio assistito sono fatte a causa di distress emotivo e disperazione, che potrebbero spesso essere alleviati con un supporto specialistico appropriato.

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Daniela Martinelli (daniela.martinelli@asst-mantova.it)

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