In occasione del XXIV congresso nazionale della SIN (Società Italiana di Neonatologia) è stata presentata un’indagine condotta nel 2017 e 2018 sull’implementazione delle cure palliative perinatali nelle principali TIN (Terapia Intensiva Neonatale).
In sintesi, i dati raccolti hanno evidenziato che solo in un terzo delle TIN è presente un programma strutturato e una persona di riferimento per le cure palliative perinatali, mentre la presenza di un team di Cure Palliative Pediatriche di supporto all’attività in TIN è ancora meno frequente (23,7%), nonostante nel 42% delle TIN si preveda la possibilità di dimissione precoce e la gestione domiciliare della inguaribilità. Nell’85% delle TIN è comunque prevista la presenza di figure di supporto, quali lo psicologo (78%), il medico legale (18%), il palliativista pediatra (17%), il bioeticista (10%); più raramente sono coinvolti il palliativista dell’adulto, il counselor, l’ostetrica e il genetista.
Confortante è il dato che nel 90% delle TIN è in atto un regolare counseling prenatale per le gravidanze ad alto rischio per estrema prematurità o patologia inguaribile/malformativa congenita, condotta dall’ostetrico insieme al neonatologo e, se opportuno, dal chirurgo pediatra. Il 70% dei centri ha la possibilità di consultare un Comitato Etico ma è risultato che solo un 17% dichiara di averlo attivato nell’ultimo anno. Anche la formazione in cure palliative perinatali è risultata carente poiché solo poco più di un terzo delle TIN ha organizzato un percorso formativo ad hoc.
Luciano Orsi (orsiluciano@gmail.com)