Emily Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886), poetessa statunitense, è considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo. Tema molto ricorrente nelle sue poesie è la morte.

 

Because I could not stop for Death –
He kindly stopped for me –
The Carriage held but just Ourselves –
And Immortality. 

We slowly drove – He knew no haste
And I had put away
My labor and my leisure too,
For His Civility – 

We passed the School, where Children played
At Recess – in the Ring –
We passed the Fields of Gazing Grain –
We passed the Setting Sun – 

Or rather – He passed Us –
The Dews drew quivering and chill –
For only Gossamer, my Gown –
My Tippet – only Tulle –

We paused before a House that seemed
A Swelling of the Ground –
The Roof was scarcely visible –
The Cornice – but a mound – 

Since then – ’tis Centuries – but each
Feels shorter than the Day
I first surmised the Horses Heads
Were toward Eternity –

 

Non potevo fermarmi per la Morte.
Essa, benigna, si fermò per me.
Il cocchio conteneva noi due sole
e l’Immortalità. 

Era lento (la Morte non ha fretta)
e dovetti riporre
il mio lavoro ed anche i miei trastulli
per quella visita. 

Passammo oltre la scuola, dove i bimbi facevano

la ricreazione, in cerchio,
ed oltre i campi d’attonito grano
e oltre il sole al tramonto, 

o piuttosto fu il sole che passò oltre di noi,
venne la guazza, tremolante e fredda,
ché la mia gonna era garza sottile
e la mia mantellina solo tulle. 

Sostammo ad una casa che sembrava
un rigonfio del suolo:
il suo tetto si distingueva appena,
per cornicione aveva poche zolle. 

Sono passati secoli, ma ognuno eppure
è più breve del giorno
in cui capii che volte eran le teste
dei cavalli verso l’eternità.

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