Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. Durante la guerra di Crimea, i soldati la videro, instancabile, girare giorno e notte tra i feriti e fu denominata la “dama della lampada“. Che Florence avrebbe lasciato un’impronta nella storia, fu evidente sin da subito. Scelse la “chiamata” alla vocazione da infermiera, nonostante al tempo il mestiere fosse poco considerato. Suoi i precetti e le linee guida seguiti ancora oggi nella cura del paziente, alla base sia dei corsi della Nightingale Training School che istituì nel 1860, che delle Noteson Nursing, un libro di 136 pagine diventato pietra miliare del curriculum delle scuole per infermieri.
Capace di trattare a tu per tu con i grandi luminari del tempo, fra i primati della Nightingale ci fu l’esser la prima donna membro della Royal Statistical Society (entrerà anche all’American Statistical Association), l’aver contribuito alla nascita dei servizi sociali inglesi, così come aver ispirato Henry Dunant per la creazione della Croce Rossa Internazionale.
L’International Council of Nurses ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere.
A partire dal 1992 la Federazione nazionale Collegi Ipasvi sostiene la Giornata internazionale dell’Infermiere anche con la diffusione di manifesti che sottolineano l’impegno degli infermieri italiani sui temi della solidarietà e dell’alleanza con i pazienti e le loro famiglie. Gli slogan proposti in oltre un decennio ribadiscono tutti la scelta di stare “dalla parte del cittadino”.
Il 12 maggio è così diventato l’occasione per far sì che la professione infermieristica “parli un po’ di sé” con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro – insomma – che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”.
Gli infermieri sono i professionisti che spendono più tempo accanto a pazienti e alle famiglie nei diversi contesti di cura (residenziali, ospedalieri, domiciliari) e questo offre loro l’opportunità di saper e poter cogliere le tante sfumature degli innumerevoli problemi di salute che condizionano la vita di una persona e le sofferenze che possono generare. Gli infermieri hanno una relazione di continua vicinanza con la persona assistita, in modo specifico in tutte quelle situazioni in cui la stessa non è più in grado di soddisfare i propri bisogni autonomamente, non soltanto perché fisicamente fragile ma spesso anche quando non è più in grado di attribuire a questi atti un senso e uno scopo esistenziale (volontà e conoscenze).
In questi momenti l’Infermiere informa, coinvolge, educa e supporta l’interessato e con il suo libero consenso, le persone di riferimento, per favorire l’adesione al percorso di cura e per valutare e attivare le risorse disponibili. Riconosce e promuove il valore dell’informazione integrata e multiprofessionale e si inserisce infatti nel processo del consenso informato assicurandosi che l’interessato o la persona da lui indicata come riferimento, riceva informazioni sul suo stato di salute precise, complete e tempestive, condivise con l’équipe di cura, nel rispetto delle sue esigenze e con modalità culturalmente appropriate.
L’articolo 3 del Codice deontologico, richiama gli infermieri alla responsabilità del curare e prendersi cura della persona, competenza specifica dell’infermiere palliativista, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere; l’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza e si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari. Inoltre, l’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita espressa anche in forma anticipata.
Gli infermieri sono coinvolti nell’identificazione, valutazione e monitoraggio delle forme di sofferenza del paziente non solo intese come dolore fisico ma anche come sofferenza globale ed esistenziale. Il dolore è considerato un parametro vitale, in quanto la sua presenza modifica le condizioni fisiche e psichiche della persona e, di conseguenza, le reazioni alla malattia. Come tale va valutato e trattato costantemente, utilizzando strumenti e trattamenti validati e documentando il processo di cura.
L’assistenza infermieristica di qualità è tale se aumenta la dignità delle persone e se ne mantiene lo sviluppo e promuove il sostegno emotivo e il comfort, in modo da migliorare la qualità della vita delle persone assistite e creare un clima favorevole alle cure.
Gli infermieri sono coinvolti a pieno titolo nel processo assistenziale per identificare e comprendere i valori e le preferenze dei pazienti, per definire insieme obiettivi e strategie di trattamento e cura futuri. Sebbene sia esplicitamente definita la responsabilità medica nella possibilità di definire un piano condiviso delle cure, è necessario evidenziare il ruolo e la partecipazione all’interno di questo processo decisionale dell’intera équipe interprofessionale che si occupa del paziente, delle famiglie dei loro bisogni.
Questo processo necessita di tempo, per la comunicazione, la cura e per una sua buona pianificazione. Questo tempo è uno spazio che gli infermieri devono poter ritrovare nel percorso del “prendersi cura”. Quotidianamente ogni singolo atteggiamento, gesto o attività che si compie “con”,” per” e “sul” paziente permette agli infermieri di entrare in connessione con gli aspetti più intimi e personali che riguardano la storia, non solo clinica, di ogni singola persona. La relazione di cura e spesso di fiducia che “nell’assistere” gli infermieri instaurano, è un’opportunità che diventa un importante mezzo e strumento per identificare quali sono le preoccupazioni dei pazienti e quali gli obiettivi che vorrebbe raggiungere.
Michela Guarda (michela.guarda@libero.it )
Rita Marson (ritamarsonpn@libero.it )