Recentemente ho avuto un lungo colloquio con la moglie di un paziente con una diagnosi recentissima di tumore scoperto già in fase terminale e non passibile di interventi specifici. Un paziente in cui gli esami ematici indicavano un’elevata necessità trasfusionale ma in cui le trasfusioni non avevano già più efficacia. Per farle capire la non appropriatezza di continuare con le trasfusioni le ho fatto questo esempio, che secondo me poteva essere efficace: ‘È come tentare di riempire un palloncino buco. Per quanto io lo riempia non rimarrà mai pieno perché quello che io metto dentro continua ad uscire.’. La signora dopo qualche giorno mi ha detto: ‘Ho capito bene il concetto. Ma intanto penso che quel palloncino è mio marito.’.
Daniela Martinelli (danimartin@libero.it)